Quella che è passata alla storia come La Beffa di Baldenich è una vicenda di astuzia e libertà, e soprattutto di non violenza. Si tratta di unazione frutto del semplice ingegno, dove i personaggi ed i protagonisti, sono stati qui tradotti dallimmaginario di Ericailcane.
16 giugno 1944 Dodici Partigiani Italiani e Russi, parte della Divisione Nino Nannetti, riuscirono a far evadere dal carcere Baldenich di Belluno, settanta prigionieri politici. Tutta loperazione si è svolta senza colpo ferire, senza uno sparo, senza spargere ulteriore sangue.
La mattina del 16 giugno Mariano, Carlo Mandolesi, guida i suoi uomini, travestiti da soldati tedeschi, allinterno del carcere Bellunese. Qui, una volta impadronitisi delle chiavi, liberati i prigionieri e incarcerati tutti gli altri, il manipolo di fuggiaschi si dirige a piedi verso le montagne. Solo venti minuti dopo le guardie riuscirono a dare lallarme, troppo tardi però, il gruppo si trovava già in salvo alle pendici del monte Serva.
Alle ideologie politiche, ai maltrattamenti subiti dai prigionieri, alla violenza ed al sangue, al dolore della morte, alloppressione del tiranno ed in risposta alla guerra, questo manipolo di uomini ha scelto la non violenza. Lintelligenza come personale ed efficace, nonché unica, risposta.
È la rivincita dellessere umano, che sceglie una strada differente per abbattere la tirannia, un esempio quanto mai calzante ed attuale, soprattutto in questo particolare momento storico caratterizzato dallodio verso il prossimo ed il diverso.
La fanzine è ispirata alla pittura realizzata da Ericailcane su una cabina elettrica inutilizzata nei pressi del carcere di Baldenich (Belluno). Parte dei lavori per il Clorofilla Arti Pubbliche Condivise.